Il progetto del restauro di Palazzo Coppola si è posto come obbiettivo prioritario il riconoscimento dei valori e dei significati del monumento e la loro piena trasmissione alle future generazioni. Indagando il monumento quale sistema complesso di segni e significati, il progetto si è articolato attraverso fasi di analisi e di studio finalizzate ad orientare sul campo le scelte esecutive. L’indagine, inoltre, è stata ampliata al contesto culturale e territoriale, e investe il rapporto tra il Palazzo, l’abitato storico di Valle ed il territorio d’appartenenza. Il restauro, momento di sintesi tra indagine ed interpretazione, mira a determinare un equilibrio nel rapporto dialettico tra recupero e innovazione, in tal senso il processo di ri-costruzione non ha necessariamente implicato una spinta al “Nuovo”, che si trasforma in “stato”, ha significato piuttosto costruire lo spazio della differenza in cui l’architettura perde il suo carattere progettuale assoluto e si qualifica come attività ermeneutica.
A valle delle complesse fasi di indagine e ricerca – “ogni ricerca scientifica comincia sempre con l’invenzione di un mondo possibile o di un frammento di un mondo possibile”, l’intervento di restauro del Palazzo si è sviluppato nelle seguenti operazioni di restauro tout court dei singoli elementi: pre-consolidamento, pulitura, consolidamento, stuccatura, risarcimento di lacune, protezione, manutenzione, fino ad un progetto di “conservazione programmata”. Nella consapevolezza che le opere di modificazione e trasformazione sono azioni indispensabili ai fini della stessa conservazione e tutela del monumento, le scelte progettuali sono state indirizzate sul criterio del minimo intervento, inteso non solo come guida di carattere estetico, ma anche come suggerimento atto a garantire l’ordine statico dell’opera da tutelare; di conseguenza le parti innovative, unità minime necessarie a garantire la fruizione e la nuova destinazione d’uso del complesso monumentale, sono orientate alle linee del “razionalismo e del minimalismo, e ciò non solo per la legittima presenza del gusto contemporaneo, quanto per rappresentare un intervento discreto rispetto alla fabbrica originale”. Si è operata dunque una discretizzazione delle condizioni di dissesto dell’edificio volta all’individuazione precisa delle cause all’origine di tutti i fenomeni rilevati. Ciò ha consentito, pur nella consapevolezza della complessa relazione che intercorre tra dette cause nella determinazione dei singoli effetti, la scelta di una serie di interventi calibrati su tutta la gamma dei fenomeni di dissesto individuati e per semplicità isolati attraverso una schematizzazione che ne consente un’immediata lettura ed un’efficace localizzazione. Gli interventi di consolidamento effettuati sono stati relazionati ciascuno alle singole cause di dissesto e ai differenti effetti che di queste cause sono la manifestazione visibile.
Tale metodologia è stata reiterata anche nelle operazioni che hanno coinvolto le superfici e gli stati di finitura degli ambienti interni ed esterni del Palazzo, con l’intento di eliminare i fenomeni degenerativi superficiali senza però arrivare ad intaccare la patina, quell’alterazione del materiale che è segno tangibile del passaggio del tempo. Pertanto l’intervento di consolidamento condotto sugli strati corticali è consistito nel rinsaldare il materiale decoeso, occupandone i vuoti con materiale compatibile dal punto di vista fisico-chimico-meccanico, così da ancorare la parte ammalorata a quella sana, senza comportare la perdita di materiale originale.
Anno 1992 – La Provincia di Salerno ha acquisito, con rogito del notaio Colliani repertorio 19631, l’antico Palazzo Coppola di Valle, al fine di destinarlo alle funzioni di promozione alle attività didattiche di alto valore del recupero dell’artigianato, dell’agricoltura e dello sviluppo turistico. Attraverso un Accordo di Programma tra la Provincia e L’Ente Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano è stato predisposto un primo progetto stralcio finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri- Dipartimento del Turismo, nell’ambito del Programma Operativo Multiregionale (POM).
Anno 1998 – Il Progetto generale di recupero fu approvato nella Conferenza di Servizi del 26/06/1998, di cui fu redatto un progetto stralcio per i lavori consolidamento e risanamento del primo lotto.
Anno 1999 – In tale anno furono appaltati i lavori suddetti.
Anno 2003 – Al fine di completare l’opera di consolidamento, restauro e risanamento conservativo dell’edificio, la Giunta Provinciale approvò il progetto definitivo redatto dall’arch. Ruggero Bignardi, RUP arch. Angelo Cavaliere, con atto deliberativo n. 914 del 23/11/2003, ad avvenuta disponibilità dei fondi.
Anno 2007 – I lavori furono affidati mediante procedura di “Appalto Integrato”, ed il progetto esecutivo fu approvato nell’anno 2007.
Anno 2013 – I lavori strutturali di consolidamento statico sono stati ultimati, come risulta dal collaudo statico presentato al Genio Civile di Salerno in data 23/10/2013.
Anno 2015 – Il progetto di Completamento è stato finanziato dalla Regione Campania – Direzione Generale per le politiche culturali e il turismo, dir. dott.ssa Rosanna Romano (P.O. Campania FESR 2013/2017) – per un importo di Euro 1.260.000,00 destinato al Comune di Sessa Cilento, previo accordo di programma con l’Ente provinciale. Il progetto definitivo ed esecutivo, redatto dall’arch. Ruggero Bignardi, è stato affidato, a seguito di gara d’appalto, all’impresa Samoa restauri con determina n. 178 del 31/12/2015. RUP ing. Luigi Vaccaro e geom. Raffaele Coccoli.
Anno 2019/2020 – Inizio lavori di completamento in settembre 2019.